martedì 6 aprile 2010

Sullo scolmatore

«Scolmatore subito realizzabile»
Sbragia: «L’ordinanza parla chiaro: non servono varianti»
di MARZIO PELU’
- VECCHIANO -
«GLI INTERVENTI previsti dalla presente ordinanza sono dichiarati indifferibili, urgenti, di pubblica utilità e costituiscono variante ai piani urbanistici»: è qui la “chiave” della messa in sicurezza del territorio vecchianese dopo l’alluvione. Secondo il consigliere comunale Glauco Sbragia (“Rinnovamento”), è in queste poche righe, cioè nell’articolo 2 dell’ordinanza di protezione civile n.° 3850, che si racchiude la soluzione al problema sorti in seguito all’esondazione del Serchio: come mettere in sicurezza il fiume in modo definitivo?
«L’ORDINANZA — spiega Sbragia — lo dice chiaramente: nell’articolo 1, si conferisce al commissario, cioè l’ex presidente della Regione, Claudio Martini, il potere di adottare tutte le iniziative volte a rimuovere le situazioni di rischio ed avviare la messa in sicurezza delle zone colpite; e nell’articolo 2 si parla di interventi che costituiscono variante ai piani urbanistici: ciò significa che è immediatamente realizzabile l’intervento che consentirebbe di mettere il Serchio definitivamente in sicurezza, cioè uno scolmatore prima della foce, nella stessa zona nella quale secoli fa il fiume già si “divideva”, disperdendo milioni di metri cubi d’acqua, fino alla Bufalina. Grazie a quell’ordinanza, non esiste alcun ostacolo alla realizzazione di tale opera: non serve alcuna variante al Piano di Gestione del Parco né al Piano Strutturale: se quell’opera è necessaria per la messa in sicurezza del Serchio, si fa e basta».
APERTURE. Il progetto, peraltro, «è stato citato anche dal segretario dell’Autorità di Bacino del Serchio, il professor Raffaello Nardi, durante l’incontro pubblico svoltosi a Vecchiano venerdì scorso — prosegue il consigliere — : Nardi è stato possibilista, perché in effetti quella soluzione è una di quelle più facilmente percorribili». Fra le altre ipotesi per la messa in sicurezza del fiume, «c’è anche quella del potenziamento degli argini, attraverso il loro innalzamento e l’inserimento di un “pannello” di rinforzo: un’operazione, questa, che costerebbe un milione di euro a chilometro e per la quale, se realizzata lungo tutto il percorso del fiume da Lucca alla foce, servirebbero — conclude il consigliere — cinquanta milioni di euro. E forse per lo scolmatore basterebbe una cifra di gran lunga inferiore».

Fonte: http://www.lanazione.it

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